Referendum taglio parlamentari, ma non ne staremo parlando troppo poco?

Da anni se ne discute, alcuni politici ne hanno fatto la propria bandiera e fortuna. Finalmente è giunto il momento, ma quanti sono realmente informati del referendum?
referendum taglio parlamentari

E’ probabilmente l’argomento più urlato e discusso degli ultimi anni, il tanto ambito taglio dei parlamentari. Sarà capitato a tutti, almeno una volta, facendo zapping o due chiacchiere al bar, di sentire sbraitare una frase a cui ormai non facciamo più nemmeno caso: “andate a casa!”. Sì, l’insoddisfazione rispetto al lavoro politico regna sovrana già da un po’. Ma ora che è giunto il momento di esprimersi attraverso un referendum, la riduzione dell’apparato parlamentare è la soluzione? 

E’ il momento di chiederselo, anche se stravolti da un’emergenza sanitaria senza precedenti nella nostra memoria, perché a giorni questo taglio parlamentari può finire nel bel mezzo della Costituzione. 

Emergenza sanitaria e diritti di votare il referendum

Tra Covid, decreti, bonus, cassa integrazione, paure e sacrifici, non pensavamo più al fatto che Camera e Senato, il 12 ottobre 2019, hanno approvato la legge costituzionale che prevede il taglio del 36,5% di… se stessi, sostanzialmente, a partire dalla prossima legislatura. Negli iter legislativi è però stata lasciata porta aperta ad un eventuale referendum ai sensi dell’articolo 138 Cost., non essendo stata raggiunta l’approvazione di riforma con una maggioranza qualificata dei 2/3. 

Ed il referendum c’è. E’ stato richiesto da 1/5, anzi di più, dei senatori, è stato dichiarato conforme e legittimo rispetto all’articolo 138 Cost. E fissato per il 29 marzo. 

Il referendum confermativo è chiaramente slittato, essendoci trovati noi in pieno lock down proprio in quei giorni. 

Siamo così chiamati ad esprimerci rispetto alla riforma costituzionale domenica 20 settembre dalle 7 alle 23 e lunedì 21 dalle 7 alle 15.

Referendum per il taglio dei parlamentari

Si tratta di una legge che consta di soli 4 articoli, ma che ne riforma ben 3 della nostra Costituzione. 

  • il primo articolo modifica l’articolo 56 della Costituzione, riducendo da 630 a 400 i seggi alla Camera; 
  • il secondo articolo modifica l’articolo 57 della Costituzione, riducendo da 315 a 200 i seggi al Senato; 
  • mentre l’articolo 3 modifica l’articolo 59 della Costituzione, disciplinando che in Senato possano risiedere cinque e non più di cinque senatori a vita. La norma mette fine alla possibile doppia interpretazione della disposizione storica, per cui sono sempre state possibili due letture diverse: in Senato possono risiedere solo cinque senatori a vita oppure ogni nuovo Presidente della Repubblica può nominare cinque senatori a vita a prescindere da quelli già in carica; 
  • l’articolo 4 si dedica invece all’entrata in vigore della riforma, che – se vorremo – opererà dalla futura legislatura. 

APPROVATE IL TESTO DELLA LEGGE COSTITUZIONALE CONCERNENTE “MODIFICHE DEGLI ARTICOLI 56, 57 E 59 DELLA COSTITUZIONE IN MATERIA DI RIDUZIONE DEL NUMERO DEI PARLAMENTARI” APPROVATO DAL PARLAMENTO E PUBBLICATO NELLA GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA N. 240 DEL 12 OTTOBRE 2019? 

Ma quanti sono realmente informati

L’impressione generale è che se ne stia parlando troppo poco. La preoccupazione è che una manovra tanto desiderata possa ora rivelarsi un ennesimo buco nell’acqua. 

Il dubbio è che la riduzione dei parlamentari non sia la soluzione per uno snellimento del procedimento legislativo, anzi si ragiona sulla stabilità essendo per di più necessaria una correzione del Rosatellum (che al momento non c’è). E, a proposito di legge elettorale, non pochi stanno dando voce ad un rischio concreto: meno parlamentari più soldi, ma il sistema rappresentativo non è il pericolo? 

Mariachiara D’Auria